La mia esperienza in quarantena

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Quando mi viene chiesto se io stia soffrendo la quarantena o meno rispondo sempre un po’ perplesso. A dire la verità, credo che lo stare a casa senza poter vedere nessuno al di fuori della mia famiglia mi stia facendo particolarmente bene. Sì, mi sento meglio di come mi sia mai sentito. So che tutto sommato le persone a cui tengo stanno più o meno bene, e so anche che prima o poi questa cosa finirà, di conseguenza cerco di godermi ogni attimo di questo isolamento forzato per fare tutto quello che non ho mai avuto tempo di fare e per riscoprire antiche passioni.  Dopo tanto tempo ho ricominciato a disegnare, anche se i miei sono tutti disegni strani e senza senso, ma vorrei imparare a disegnare cose che vedo ogni giorno, anche se guardando fuori dalla finestra non ho molti soggetti da rappresentare. Ho anche ricominciato a fare ginnastica quotidianamente, ed è una cosa che mi sta prendendo più di quanto avrei mai potuto immaginare. Ho ricominciato anche a scrivere, dopo molto tempo che avevo abbandonato carta e penna. Tutte queste attività mi aiutano a liberare la mente e a stare bene con me stesso. Come ho già scritto, mi sto piano piano riscoprendo.

Certamente, è disarmante leggere ogni giorno il numero dei morti, poiché dietro ad ogni cifra ci sono storie di persone che avevano sogni, ideali, una famiglia, una persona che li amava, e ora la loro storia verrà sepolta dalla sabbia del tempo. La loro, cosi come altre migliaia e migliaia. Per quanto io mi sia sempre considerato un asociale o un menefreghista verso le altre persone, è difficile non pensare a tutto questo e a quanto l’esistenza sia una delle cose più fugaci che ci sia. Dunque, durante questa quarantena e per il resto della vita, il mio motto sarà “ carpe diem “. In questi giorni ho riscoperto Jack London, ed anche i suoi libri in qualche modo aiutano ad evadere da questa situazione.

L’immaginazione, credo, salverà molte persone durante questo periodo. Leggere penso sia l’unico antidoto all’ isolamento, poiché grazie alla mente si può viaggiare ovunque. In un attimo posso passare dal ritrovarmi a ventimila leghe sotto i mari a vagare con una muta di cani nello Yukon. E ancora, posso passare dal girare il mondo in soli 80 giorni fino a lasciare che Haruki Murakami mi faccia conoscere più da vicino il mio ormai amico Toru Watanabe.

In conclusione, posso dire che se le persone lì fuori non stessero soffrendo sempre di più, questa quarantena avrebbe solo che lati positivi. Ma purtroppo, come la vita ci insegna, l’idillio non può durare in eterno, e prima o poi dovrò abbandonare questo paradiso artistico ed intellettuale per rituffarmi nella mediocrità della vita moderna, sperando di non affogare. Ma ora mi sento un po’ più pronto, poiché saprò come ritrovare l’ossigeno.

Tra una pagina e l’altra di un romanzo e Norwegian Wood in sottofondo.

Federico Muraro

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Visto il particolare e per tutti nuovo periodo che ci troviamo a vivere a causa di COVID19 e considerato che comunque questi mesi sono tempo della nostra vita che vogliamo vivere da protagonisti nel bene e nel male, abbiamo proposto ai ragazzi di partecipare, con un contributo, a un “progettone” per realizzare una memoria collettiva degli studenti della nostra scuola. Si tratta nello specifico, di raccogliere riflessioni, poesie, racconti, componimenti e pure disegni, che raccontino le percezioni dei ragazzi, il loro vissuto in questo ormai lungo e inedito periodo.