
Sconforto, solitudine, indifferenza, forse sono queste le parole che descrivono il momento? Sicuramente è il periodo più strano e lento che potessimo mai immaginare, in cui ognuno di noi avverte sensazioni diverse. Io provo tanta noia, preoccupazione e solitudine. In questo periodo ho capito, più che in ogni altra situazione, che i rapporti con le altre persone sono essenziali per la sopravvivenza dell’uomo. Pur avendo la tecnologia che mi aiuta a essere in contatto con gli altri, mi sento lontana, sola e fragile. Telefonare, scrivere messaggi o vedersi attraverso una telecamera mi aiuta a sentirmi più vicina, ma avrei preferito essere con loro: i miei compagni di vita. Non avrei mai pensato di dirlo, ma piuttosto di rimanere a casa davanti a un computer avrei preferito andare a scuola. Lì pur dovendo studiare molto di più di quanto faccia ora, sarei circondata da persone a cui voglio bene, con cui condivido più della metà della mia vita, che mi conoscono per quel che sono e non mi giudicano perchè hanno imparato a rispettarmi.
In questa situazione ho capito quali sono realmente le cose che contano. Questa non è una di quelle frasi di circostanza, è la verità. Non avrei mai pensato che la libertà fosse un privilegio. La libertà di uscire, di stare con gli altri, di fare ciò che si desidera, non è più permesso per la sicurezza propria e degli altri. Non avevo mai creduto che questa potesse essermi tolta, e invece è accaduto.

Non avrei nemmeno riflettuto sull’importanza della responsabilità . A 17 anni la responsabilità passa sempre in secondo piano : una volta che sei in gruppo si fanno anche cose poco coscienti che non avresti mai fatto da sola. Ora, no. La responsabilità diventa una salvezza, una necessità. Non avrei mai detto che abbracciare qualcuno potesse essere così difficile e che mi mancasse così tanto. Non avrei nemmeno detto che tutto ciò, in realtà, sarebbe stata la primavera della mia anima, perché sono sicura che quel “ ti voglio bene “ non me lo farò più scappare. In fondo solo quando ti viene tolto qualcosa ci si rende conto del vero valore, e quell’abbraccio non me lo dimenticherò mai.
A volte mi sembra di vivere in una bolla che non mi fa sentire a pieno le emozioni, ma che quando scoppia le sento ancora più forti di prima. Mi sta succedendo ancora, non lo faccio apposta, non riesco a sentire a fondo il pericolo della situazione. Tutto questo mi sconforta, vedo la mia famiglia preoccupata, vedo tutti molto agitati, e io no. Mi scivola tutto addosso, e non riesco più a vivere come vorrei. In questo momento sento che nulla è vicino a me, tutto mi circonda , ma si muove velocemente e non riesce a toccarmi. Riesco solo a distinguere le verità dalle falsità. Sento molti dire ciò che hanno sentito a loro volta, ma spesso non si rendono conto che sono solo menzogne. La maggior parte della popolazione crede a tutto ciò che le viene detto, io credo sia per mancanza di informazione e capacità di giudizio. Ritengo che tutto ciò sia molto negativo e preoccupante, quasi più preoccupante delle persone che non rispettano le norme imposte. Il gruppo, infatti, è da sempre più pericoloso del singolo.
Francesca
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Visto il particolare e per tutti nuovo periodo che ci troviamo a vivere a causa di COVID19 e considerato che comunque questi mesi sono tempo della nostra vita che vogliamo vivere da protagonisti nel bene e nel male, abbiamo proposto ai ragazzi di partecipare, con un contributo, a un “progettone” per realizzare una memoria collettiva degli studenti della nostra scuola. Si tratta nello specifico, di raccogliere riflessioni, poesie, racconti, componimenti e pure disegni, che raccontino le percezioni dei ragazzi, il loro vissuto in questo ormai lungo e inedito periodo.