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Carceri, shoa, mafia e violenza: i temi delle assemblee d’istituto

Il sole che filtra dalle finestre con raggi più caldi, le ultime interrogazioni, i saluti gioiosi che velano però un pizzico di nostalgia, l’ansia che cresce per i maturandi e le immancabili finali di istituto sono gli ingredienti fondamentali per concludere la ricetta di un intero anno di scuola. Giunti alla fine arriva il momento delle conclusioni, di assaggiare il prodotto del nostro lavoro. Da anni stiamo cercando di migliorare sempre di più la qualità delle nostre assemblee di istituto, cercando di dare loro un valore serio e riflessivo come lo avevano una volta. Quest’anno abbiamo affrontato il tema della incarcerazione coi suoi aspetti negativi quali il carcere minorile ma anche con le testimonianze di chi, aiutato dalle cooperative sociali, è riuscito a cambiare la sua vita. Abbiamo dato spazio a grandi temi come la vicenda della scuola Diaz, il caso Stamina, la non-violenza, la Shoah, il corpo delle donne e la mafia. Abbiamo cercato di valorizzare e promuovere il volontariato: da quello sportivo a quello sociale. Abbiamo dato spazio alla grande musica e a quella fatta in casa, suonata da noi e per noi fino alla sera e nel luogo più bello di Rovereto: la campana dei caduti. Abbiamo partecipato alla seconda edizione di One Billion Rising con il nostro striscione riempito di mani rosse. Abbiamo dato spazio ai tornei sportivi che come da tradizione concluderanno in modo gioioso anche quest’anno. Abbiamo fatto tanto ma sappiamo di non aver fatto abbastanza, sappiamo di poter fare di più. Perché chi ha lottato affinché noi potessimo avere questi spazi e questo tempo gestito da noi e per noi non vorrebbe altro che questo. Perché un gesso e una lavagna insegnano la teoria, ma la capacità di convivere, discutere e sorridere con le altre persone è una cosa che non si insegna ma si può solo vivere. Speriamo di aver dato tanto o quanto meno abbastanza e faremo di tutto perché la nostra ricetta abbia un sapore sempre migliore.

Marco Chizzola 5° scientifico




Un progetto d’eccellenza: la First Lego League

E’ volata fin negli Stati Uniti la squadra del Liceo Rosmini che ha vinto la First Lego League. Il suo compito era quello di rappresentare l’Italia alle finali mondiali del campionato di Saint Louis che ha visto i ragazzi mettersi alla prova nella costruzione di robot con i mattoncini colorati Lego.
Nelle gare nazionali di Rovereto il Liceo aveva conquistato la medaglia d’oro e pure quella d’argento con due team formati da studenti delle classi seconde del liceo delle scienze applicate, la 2AM e la 2BM.
I componenti delle due squadre hanno dovuto creare un progetto scientifico su come prevenire o reagire alle calamità naturali. Il team A, che ha conquistato il primo gradino del podio, ha studiato una soluzione per reagire a un terremoto con cedimenti strutturali e vittime. Il team B, che invece è arrivato secondo, si è concentrato sulle valanghe e ha progettato un corso di prevenzione dotato di simulatore.
I ragazzi si sono ritrovati in orario pomeridiano per creare i progetti che hanno richiesto condivisione di saperi diversi, come l’informatica e la fisica, il lavoro di gruppo e lo spirito di squadra. Studiata la calamità scelta e le possibili soluzioni i ragazzi hanno costruito con i lego un robot e lo hanno programmato per svolgere le varie missioni del robot game.
Il team A a Saint Louis, negli Stati Uniti, si è fatto onore nelle finali mondiali, aperte dal saluto del presidente Barak Obama, gareggiando con 80 squadre provenienti da tutto il mondo davanti a una giuria di esperti presieduta dal responsabile della Protezione civile federale americana.
Il team B, invece, ha messo alla prova il suo robot alle finali europee di Pamplona in Spagna.
Ottime le performance di entrambe le squadre alle quali è stata valutata molto positivamente la progettazione meccanica, la programmazione ed è stata riconosciuta l’originalità delle strategie adottate.
Per gli studenti è stata un’esperienza unica, internazionale, capace di avvicinarli alla scienza e alla tecnologia attraverso il gioco e che li ha messi alla prova in momenti di ricerca, esposizione, comunicazione, divertimento e competizione amichevole. I ragazzi hanno lavorato assieme sviluppando spirito di squadra e capacità di problem solving, in un clima di collaborazione e rispetto reciproco. Si sono impegnati con costanza e hanno consolidato nozioni imparate sui banchi di scuola e acquisito nuove competenze in ambito scientifico applicando soluzioni in contesti reali.




Il viaggio di Eracle

Immaginare di ripercorrere il progetto biennale di Schola cothurnata, che ha visto la nascita e la costituzione permanente di un Gruppo teatrale all’interno dell’indirizzo classico del nostro Liceo, strappa a tutti noi qualche sorriso. Il sorriso di chi è soddisfatto di ciò che ha creato, davvero creato nel senso etimologico del termine, perché prima di Eracle non esisteva nella nostra scuola l’idea di poter rendere vive su un palcoscenico le pagine antiche degli autori greco-latini; il sorriso di chi ha trovato il sostegno nei suoi insegnanti e nella comunità scolastica, che all’inizio ha osservato un fenomeno inedito e ancora in stato di abbozzo, ma che poi ha accolto e motivato con costante entusiasmo; il sorriso di chi ha mantenuto fede ai tanti impegni di una giornata scolastica, di chi sa che l’idea di abbinare pensiero e azione è quella giusta, che merita disciplina e calore, rigore e generosità, senza mai dimenticare che l’aula rimane l’aula e il lavoro di uno studente è giustamente faticoso e segna un cammino a lungo termine non sempre visibile nell’immediato; il sorriso di chi si ritrova insieme ai suoi compagni di teatro a immaginare una scena, una sequenza, un movimento di danza o di musica, senza perdere mai il ritmo, perché un gruppo di persone che sperimenta uno spettacolo teatrale è un affare delicato, un organismo vivente, che respira all’unisono, insieme gioisce e soffre, finché tutto avviene, grazie alle risorse e alle energie di ogni componente, ognuno fedelmente legato a ciò che è stato selezionato, integrato e combinato in ogni singola giornata di prove.

Che cosa vuole esser dunque il nostro spettacolo Eracle, tragicommedia in cinque atti? Era maggio della primavera passata quando a Siracusa abbiamo lasciato un pezzo di mattone, uno dei corredi scenici, segno del nostro evidente battesimo in terra sicula, i primi attori di Eracle si sono diplomati, lasciandoci una eredità da mantenere alta e credibile. Ci siamo messi di nuovo alla prova pochi mesi dopo a Grosseto, con un gruppo nuovo di compagni che doveva imparare a faticare insieme. Infine a Padova, dove il paesaggio antico dei Musei Eremitani e i rintocchi delle campane della Chiesa medesima, proprio nel momento in cui entravamo in scena, ci hanno dato l’idea immediata di un rito che si stava svolgendo grazie ai testi che avevamo tradotto, testi aperti, le cui parole ci hanno sempre suggerito di andare avanti, senza tradire i messaggi del mondo antico che sono universali e di tutti i tempi. Andare oltre e andare in scena proprio e solo in quel momento. Un altro mattone spezzato, un’altra esperienza attiva che ci ha fatto usare abilità, attitudini, valori ed emozioni.
Ci abbiamo messo tutta la nostra onestà e la nostra passione; insieme alle professoresse Pontiggia e Gelmini abbiamo creato un laboratorio formativo, che ci ha educato alle cose belle e ha plasmato la nostra persona. Per noi fare teatro è stato un bellissimo viaggio nell’anima, dentro la nostra valigia conserviamo ciò che abbiamo sperimentato, tecnica e fantasia, poesia e ironia, ossessione e amore, gentilezza e futuro. A giugno abbiamo messo in scena il nostro spettacolo ai piedi della Maria Dolens,  un luogo denso di suggestioni e di accenti elegiaci.

Il gruppo teatrale del Liceo classico




PROGETTO “PRESENTE !” World Social agenda

Durante il corso del secondo quadrimestre di questo anno scolastico, le classi 4D E 4E scientifico del nostro liceo sono state impegnate nel progetto “Presente !”, promosso dall’Associazione di volontari”Fondazione Fontana” attraverso il progetto denominato “World Social Agenda”. Questo progetto intende sensibilizzare la società e diffondere la conoscenza sui cosiddetti “Obiettivi di Sviluppo del Millennio”, fissati dai Capi di Stato e dai governi di tutto il mondo durante l’assemblea dell’Onu, svoltasi a New York il 6 settembre 2000. Si è prefissato che questi obiettivi vengano raggiunti per l’anno 2015, con il compito di ridurre la globale povertà estrema e di raggiungere una serie di standard minimi di benessere in tutto il mondo.
Dopo un primo incontro nel quale questo progetto ci è stato presentato dalle coordinatrici Anna Molinari e Francesca Benciolini, il nostro lavoro è stato quello di realizzare durante alcune ore di italiano un’intervista a testa sul tema dell’istruzione (l’obiettivo di quest’anno era appunto ” istruzione primaria per tutti”), da pubblicare poi nel blog http://istruzioneprimariapertutti.wordpress.com/.

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Ogni settimana veniva pubblicato un nuovo tema riguardante la scuola, l’istruzione, l’educazione , corredato di numerosi materiali consultabili, quali articoli, video, libri,grafici… Sul tema eravamo quindi invitati a realizzare la nostra intervista, che ogni settimana conivolgeva una diversa categoria di persone : coetanei, nonni, persone che hanno frequentato la scuola in condizioni di difficoltà, in contesti geografici e temporali a volte molto lontani da noi. In sintesi: gli alunni di 16 classi di quattro città diverse hanno pubblicato , turnandosi, una cosa come circa un centinaio di interviste alla settimana che sono state tutte lette e commentate dai moderatori del blog. Non è straordinario?
Come conclusione del lavoro di questi mesi il giorno 23 maggio 2014 si è tenuto presso l’aula magna del Liceo Rosmini un incontro che ha visto riuniti tutti i partner trentini del Progetto: le nostre 4ES e 4DS, altre classi spettatrici della nostra scuola, oltre ad alcune classi dell’Istituto d’Arte “Depero” di Rovereto e del Liceo Musicale e Coreutico “Bonporti” di Trento. Tutti hanno dato saggio dei propri contributi al progetto: noi con la scrittura, altri con la grafica, altri con la musica e la tecnica dei video. La giornata è stata animata anche dall’intervento di alcuni esperti, quali Cesare Moreno, fondatore del progetto “Maestri di strada”, dai commenti del Dirigente De Pascale e dei rappresentanti di “Fondazione Fontana ” e “Docenti senza frontiere”.

Progetto_WSA_1614
Personalmente ritengo che questo progetto sia stato un qualcosa di nuovo per me. Realizzare la mia intervista è stato allo stesso tempo divertente e difficile: non è infatti semplice comporre un’intervista, perchè comunque ci sono delle regole di scrittura che devono essere rispettate e poi,di fatto, ci si trova a passare dallo scritto (quando si abbozzano le domande), all’orale (quando si pongono alla persona intervistata) e di nuovo allo scritto (quando si pubblica l’intervista). Consultare i materiali che venivano forniti sul blog, è stata un’occasione di arricchimento delle nostre conoscenze, ma sicuramente anche un motivo in più per riflettere sul valore della scuola e dell’istruzione, che per me, a Rovereto, è una possibilità concreta, per tanti altri, purtroppo, nel mondo, solo un desiderio o una speranza…che attende aiuto per realizzarsi.

Alessia Dalrì 4ES
Ecco il link dove potreste visionare i materiali prodotti dalla nostra e dalle altre scuole:
http://www.worldsocialagenda.org/secondo-obiettivo-pd-produzioni