Insieme per aiutare l’Ucraina

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“Un mare di scienza” è un ciclo di aventi organizzato da alcuni docenti del Liceo con il sostegno di Fondazione Caritro.
Si tratta di 20 eventi, che si svolgeranno nel periodo 18 marzo – 2 dicembre 2022 e che offriranno a studenti e docenti l’occasione di riflettere – attraverso conferenze, laboratori e incontri – sul tema della SCIENZA secondo molteplici prospettive.
Gli eventi avranno luogo a scuola, in presenza, in orario pomeridiano; la partecipazione è libera per docenti e studenti, come singoli o come classe. Tramite il qr-code presente sulla locandina o il link https://unmarediscienza.glideapp.io/ è possibile installare su dispositivi mobili l’app che consente di consultare il programma dei singoli eventi e di compilare per ciascuno il modulo di prenotazione.
È stata un successo la prima edizione del progetto “Voci del verbo scegliere” – percorso di orientamento universitario – che si è svolta venerdì a Rovereto, nella sede di Trentino Sviluppo.
120 studenti di Rovereto che a giugno faranno la maturità hanno potuto incontrare e discutere a piccoli gruppi con 12 professionisti di vari settori: Elia Bombardelli, docente di scuola media superiore e youtuber, l’infermiere Giovanni Iob, l’avvocato e docente universitario Massimo Mazzola, l’imprenditore sociale Michele Pedrotti, la giornalista Elisa Dossi, il chirurgo Paolo Moscatelli, l’ingegnere e operatore drone Alessio Bonfante, l’amministratore delegato e direttore di ITAS Alessandro Molinari, il consulente e professare Andrea Bolner, il bancario Paolo Segnana e la cooperatrice Irene Buttà.
Il pomeriggio è riuscito secondo le aspettative, con una buona partecipazione e un’ottima organizzazione dei tempi e degli spazi. I professionisti hanno dialogato con gli studenti portando le loro esperienze universitarie e lavorative e rispondendo alle loro numerose domande.
Alla fine i ragazzi hanno espresso un giudizio molto positivo dell’esperienza, è stata apprezzata soprattutto la modalità proposta, la suddivisione in piccoli gruppi che ha permesso un confronto personale ed efficace con i professionisti.
Anche la collaborazione fra Istituti, esperienza nuova per la città di Rovereto, ha dimostrato i suoi punti di forza nel creare una rete di rapporti e uno scambio attivo di competenze e di talenti diversi. L’evento – organizzato con il patrocinio del Comune di Rovereto, della Diocesi di Trento e in collaborazione con Trentino Sviluppo s.p.a.-, infatti, ha visto partecipare al tavolo di regia, 15 studenti di 6 Istituti Superiori di Rovereto: il Liceo Antonio Rosmini, Liceo Fabio Filzi, gli Istituti Marconi e Don Milani e LIA Arcivescovile.
Info sul sito – costruito dai ragazzi – https://sites.google.com/liceorosmini.eu/vocidelverboscegliere/home?authuser=0
Un pomeriggio con i professionisti per orientarsi nel futuro
Venerdì 4 marzo 2022 dalle 16,30 alle 19 nella sede di Trentino Sviluppo a Rovereto, avrà luogo la prima edizione del progetto “Voci del verbo scegliere” percorso di orientamento universitario, destinato a 120 studenti maturandi della città di Rovereto.
Hanno partecipato al tavolo di regia, per la costruzione di questa iniziativa, 15 studenti di 6 Istituti Superiori di Rovereto: il Liceo Antonio Rosmini, Liceo Fabio Filzi, gli Istituti Marconi e Don Milani e LIA Arcivescovile.
I ragazzi gestiranno questo pomeriggio di orientamento per i loro coetanei che potranno incontrare 12 testimoni di diverse aree professionali.
Elia Bombardelli, docente di scuola media superiore e youtuber, l’infermiere Giovanni Iob, l’avvocato e docente universitario Massimo Mazzola, l’imprenditore sociale Michele Pedrotti, la giornalista Elisa Dossi, il chirurgo Paolo Moscatelli, l’ingegnere e operatore drone Alessio Bonfante, l’amministratore delegato e direttore di ITAS Alessandro Molinari, il consulente e professare Andrea Bolner, il bancario Paolo Segnana e la cooperatrice Irene Buttà incontreranno gruppi di max 10 studenti e un facilitatore. Il focus sarà non tanto cosa scegliere ma come fare una scelta tanto importante come quella che caratterizza il percorso di ogni ragazzo alla fine delle scuole superiori.
L’evento è organizzato con il patrocinio del Comune di Rovereto, della Diocesi di Trento e in collaborazione con Trentino Sviluppo s.p.a.
Info sul sito costruito dai ragazzi
Sono sette le classi che hanno aderito al secondo incontro di “Viaggi tra le righe”, progetto promosso dalla Biblioteca d’Istituto, venerdì 4 febbraio scorso, su un libro dal titolo particolare: “Ma se io volessi diventare una fascista intelligente?.” Le virgolette sono infatti la citazione di una domanda, rivolta direttamente all’autore, in un un liceo italiano, da una studentessa.
L’occasione per incontrarsi è stata l’invito rivolto all’autore da alcune docenti di lettere, ad incontrare un gruppo di giovani lettori. E così, dopo la lettura del saggio, gli studenti delle classi organizzatrici 3ASC, 4ACL, 4ASC, 4BSP hanno animato la conferenza, che si è tenuta sotto forma di dialogo con lo scrittore. L’autore ha potuto spiegare alcuni passaggi agli studenti, i quali, da parte loro, hanno posto varie e stimolanti domande, a tratti anche provocatorie.
Hanno partecipato le classi 3ASC 4ACL 4ASC 4BSP 4ASA 5CLN 5ASA, insieme con i docenti Fait, Filosi, Gelmini, Senter, Toldo, Tore, Urbani.
Molti gli spunti di riflessione riguardo all’educazione civica e all’istruzione in generale emersi durante l’incontro, nel quale ci si è soffermati su concetti oggi non sempre condivisi: l’idea della scuola come polo culturale; la necessità di ritagliarsi il tempo per ragionare; l’opportunità di saper assumere posizioni moderate e non urlate.
Giorgio Bona, Maddalena Garniga, Marianna Raoss della 4ASC
Gholam Najafi incontra gli studenti delle classi 2ASC 1BSA 2BSA 3BSA 3ASC 2DSA 3BSC del Liceo Antonio Rosmini, accompagnate dai docenti di lettere Senter, De Luca, Toldo, Filosi e Ciancio.
È venerdì 19 novembre e sta per iniziare l’incontro on-line con Gholam Najafi. Per le misure anti covid, una classe è in presenza, mentre le altre partecipano a distanza dalle loro aule.
Mi collego e attendo di conoscere, attraverso le sue parole, questo giovane scrittore afgano, arrivato nel nostro Paese da migrante.
Inizia a raccontare e capisco subito che la sua sarà una storia speciale. Mi colpiscono la freschezza del narratore, che ha già visto troppi orrori nella sua vita, e il linguaggio semplice, ma potente, che entra nell’anima di chi lo sta ascoltando.
Immediatamente Gholam trascina tutti noi oltre il tempo e lo spazio, nel suo Afghanistan, descrivendo i molteplici aspetti della sua esistenza: la partenza, all’età di dieci anni, dal suo luogo d’origine, in cui faceva il pastore e il contadino; l’epopea di un viaggio attraverso mondi sconosciuti e ignorati fino a quel momento; i luoghi di detenzione dei migranti, rappresentazione dell’inferno sulla terra e della malvagità dell’uomo; l’arrivo a Venezia e la sua vita in Italia.
Spiega agli studenti quanto sia importante il ruolo dell’istruzione. Essere analfabeta, come è capitato a lui, significa vivere isolato, non capire la propria realtà. Così, nel nostro Paese, appena gli viene offerta la possibilità, decide di andare a scuola per imparare ed essere protagonista della sua vita. Ottenuta la licenza media, si iscrive ad un istituto alberghiero e continua gli studi fino ad arrivare all’università Cà Foscari di Venezia dove si laurea.
Durante l’incontro, Gholam Najafi risponde agli studenti che nei giorni precedenti hanno letto alcuni dei suoi libri (Il mio Afghanistan, Il tappeto afghano), si sono scambiati opinioni e hanno annotato delle domande da rivolgergli direttamente.
Dalle sue risposte emergono ricordi, affetti abbandonati, sofferenza, ma anche speranza nel futuro.
Suo padre è morto durante la guerra dei Talebani quando lui era ancora bambino e di sua madre non sa più nulla, non l’ha più vista dall’età di dieci anni. L’ assenza delle figure più care emerge fortemente nei suoi racconti in cui risaltano anche aspetti particolari. Ad esempio la difficoltà di fornire, al momento dell’arrivo in Italia e più precisamente a Venezia, i propri dati anagrafici. Gholam era privo di documenti e non conosceva il giorno in cui era nato, ma solo l’anno. Gli venne assegnata così una data di nascita con un mese e un giorno scelti in modo del tutto casuale.
Il giovane scrittore racconta, con una semplicità che stride con la tragedia che rappresenta, il viaggio verso la sua ultima destinazione, Venezia: tre giorni aggrappato sotto un camion, al telaio, patendo i morsi della fame e della sete, placata bevendo acqua piovana.
Durante l’incontro si intrecciano anche domande sull’attuale situazione in Afghanistan, dopo il ritorno al potere dei Talebani.
Scopriamo, attraverso le sue parole, che Gholam è tornato alcune volte nel suo Paese, anche poco prima dell’ultimo rivolgimento politico.
Alla fine uno studente chiede perché scrive soprattutto dell’Afghanistan e lui risponde che è capace di raccontare nei suoi libri solo ciò che conosce e che ha vissuto in prima persona anche se doloroso e lontano.
prof.ssa Orianna Prezzi
Quanti di voi sanno che il 3 dicembre è la giornata internazionale della disabilità?
Io, fino a qualche settimana fa non ne ero a conoscenza, ma ho avuto l’occasione di approfondirne il senso ed il significato partecipando assieme alla mia classe, la 2ACL, e la 1ACL all’open day promosso dalla sezione didattica del Mart per far conoscere i progetti in corso in collaborazione con le varie realtà sociali presenti sul territorio. Abbiamo così avuto modo di partecipare ad un laboratorio di serigrafia all’interno del quale gli esperti che ci hanno guidato nella produzione di un’immagine relativa alla cupola del Mart sono stati i ragazzi con autismo della Cooperativa Il Ponte.
Vi siete mai chiesti come sia vivere nei panni di una persona con disabilità, o con bisogni ed esigenze specifici? Avete mai pensato che anche i luoghi che voi frequentate abitualmente, possano aprirsi a qualsiasi tipo di necessità e a qualunque genere di pubblico, adottando metodi diversi? Io e la mia classe lo abbiamo potuto sperimentare grazie agli interventi di due persone, di cui vi propongo una breve intervista: Ornella Dossi, responsabile dell’Area Educazione del museo, che ci ha spiegato come il Mart non sia solo un espositore di opere d’arte, ma un luogo di incontro e relazione e Lorenzo Minacapelli, un ragazzo coinvolto in un progetto lavorativo della cooperativa il Ponte di Rovereto, che ci ha raccontato la sua esperienza con il Mart.
IL MUSEO COME LUOGO APERTO A TUTTI I TIPI DI PUBBLICO E COME SPAZIO DI INCONTRO E RELAZIONE: Con quali realtà collabora il Mart e quali progetti promuove per rendere il museo accessibile a tutti?
“E’ molto importante che tutte le istituzioni culturali si occupino di accessibilità e di inclusione, ovvero è fondamentale che questi enti coinvolgano tutte le tipologie di pubblico, che hanno le proprie peculiarità ma anche le proprie fragilità (anziani, cooperative sociali, persone non udenti, non vedenti ecc..). Per questo motivo da anni il Mart si occupa di attività incentrate sull’inclusione, realizzate coinvolgendo le istituzioni presenti sul territorio, come la cooperativa sociale il Ponte, il Centro Salute Mentale di Rovereto, la cooperativa sociale Villa Maria. Queste iniziative hanno l’obiettivo di creare relazioni tra gli enti sociali territoriali e il Mart, in modo che esso non sia solo un museo che allestisce delle mostre e delle collezioni, ma un luogo in cui tutti possono vivere l’arte in modo attivo. Alcuni esempi di progetti sono i video in LIS (lingua italiana dei segni) sul sito del Mart, che danno subito un segnale di accessibilità al museo, il percorso tattile con opere tridimensionali costruite per i non vedenti, la guida realizzata con la comunicazione alternativa-aumentativa (spiegazione delle opere d’arte tramite immagini e linguaggi molto semplici, adatti alle persone con deficit cognitivi o anche ai bambini), i video realizzati con guide “speciali” (persone con disabilità, anziani o persone che frequentano il Centro Salute Mentale), che spiegano al pubblico le opere d’arte. Quest’ultimo progetto ha visto la collaborazione ed il protagonismo della cooperativa Il Ponte e del Mart per offrire l’opportunità alle persone con disabilità di sfruttare a pieno le proprie capacità, instaurando una relazione con l’arte, con gli operatori del museo, ma anche con classi come la nostra.”
L’ESPERIENZA DI LORENZO: Da quanto collabori con il Mart e a quale progetto hai partecipato? La giornata del 3 dicembre trascorsa al Mart è stata una bella esperienza?
“Ho fatto un percorso di circa un mese e mezzo per scegliere un’opera che potessi raccontare, con i suggerimenti di Ornella per capire lo stile più adatto a me. Questo percorso si è concluso con un video di presentazione dell’opera d’arte, anche attraverso le sensazioni che suscitava. L’esperienza del 3 dicembre è stata bella e importante per essere stato sul palco ad ascoltare altre testimonianze e a portare il mio contributo. Mi sento soddisfatto di questa avventura. Grazie alla comunicazione alternativa-aumentativa inoltre, l’arte è diventata accessibile a chi usa il linguaggio non verbale e quindi, progetti come questi, aiutano chiunque a comprendere l’essenza delle opere”.
Noi, ragazzi della 2ACL, grazie a questa esperienza del 3 dicembre, abbiamo conosciuto lati del museo e realtà territoriali che non conoscevamo, anche tramite attività laboratoriali, ma soprattutto abbiamo aperto lo sguardo verso nuove persone. Per questo motivo vogliamo ringraziare per l’opportunità che ci è stata offerta dalla scuola e dal Museo del Mart, augurando a tutti di vivere questa esperienza.
Anna Miotto 2ACL
30 ragazzi del Rosmini “imparano” il volontariato
Si può imparare a fare volontariato e a diventare cittadini responsabili. Con questo ambizioso obiettivo nasce il progetto “Passi di solidarietà sul territorio”, che ha visto 30 ragazzi del liceo impegnati ad aiutare i più bisognosi.
In questi giorni è partita la parte pratica di “Passi di solidarietà sul territorio”, un progetto che rientra nel programma di alternanza scuola-lavoro del liceo Rosmini e anche nell’area specifica dell’educazione civica. Il progetto coinvolge gli studenti della classe 3a e 3c dell’indirizzo linguistico del liceo, chiamati a un’esperienza che li porta da un lato a conoscere alcune realtà del sociale attive sul territorio, a promuovere la capacità di agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente alla vita civica e sociale, e dall’altro ad essere coinvolti in azioni concrete di solidarietà sul proprio territorio.
Come spiega la professoressa Laura Caldiroli, responsabile del progetto, si tratta di un’iniziativa che vuole anche aiutare i ragazzi ad “uscire” da questo periodo di pandemia. «Sono ragazzi che non hanno mai potuto fare un viaggio d’istruzione insieme, ragazzi che hanno potuto godere per pochissimo tempo la “normalità” della scuola. Mi dicevano : “Prof, essere adolescenti in questo periodo di Covid è davvero orribile”. Da qui l’idea di conoscere due cooperative / fondazioni presenti sul territorio e di usare l’alternanza scuola-lavoro come tramite per aiutare queste realtà. Sto parlando della cooperativa sociale Amalia Guardini e CedAS, centro d’ascolto di Caritas».
Nelle ore di lezione, supportata e aiutata dai due consigli di classe che hanno appoggiato l’iniziativa, la professoressa Caldiroli ha accompagnato gli studenti ad approfondire i concetti di solidarietà, cittadinanza attiva e volontariato. Ha organizzato delle uscite sul territorio per conoscere la cooperativa “Amalia Guardini” e il “Centro di Ascolto” di Rovereto. Infine ha chiesto ai ragazzi di svolgere almeno una decina di ore di servizio presso uno di questi enti. “Ho proposto loro di svolgere il servizio nella realtà che preferivano per aiutare concretamente chi ha più bisogno, «per portare un po’ di bene in questo periodo un po’ grigio – commenta l’insegnante – . Perché spesso è facendo qualcosa di buono per gli altri, insieme, che il cielo un po’ si “rasserena” ed è possibile andare oltre il momento grigio che magari si può vedere».
Dei quaranta studenti delle due classi, in trenta hanno aderito alla proposta e dopo una parte formativa più specifica, hanno iniziato a svolgere una decina di ore di volontariato alla fine del primo quadrimestre e che potrà continuare nel secondo.
“Sono rimasta molto stupita del numero di adesioni al progetto – racconta Caldiroli –
Ho dovuto impegnarmi per permettere agli studenti di Arco e di Riva di poter effettuare il loro servizio anche nei Cedas di quelle comunità, sia per dare a tutti la concreta possibilità di partecipare, sia perché mi sembrava bello che ogni studente potesse conoscere e aiutare il proprio territorio”.
C’è chi al CedAs di Rovereto si è occupato di preparare i regali di Natale per le famiglie più bisognose, per il Portico e gli ospiti della casa Km 354 (14), che verranno distribuiti direttamente dai ragazzi insieme agli operatori, due ragazzi hanno invece prestato le loro ore di servizio al negozio Altr’uso. Sei studenti si sono occupati di affiancare gli educatori in alcuni laboratori dell’Amalia Guardini e 8 sono stati impegnati al Cedas di Riva del Garda e di Arco nel preparare i pacchi alimentari per le famiglie con difficoltà, nel magazzino dei vestiti e nel trasloco di una sede.
«Ci è piaciuto molto riuscire a far parte attivamente della comunità sostenendo anche in maniera semplice ma essenziale le persone più bisognose. – spiegano Federica e Maryam, studentesse della 3 ALN – Siamo contente di aver iniziato questo progetto e soprattutto di avere la possibilità di continuarlo. È un’esperienza che consigliamo a tutti per avere una visione di altre realtà».
Ecco una testimonianza dei ragazzi:
Sabato abbiamo trascorso due ore presso il CedAS di Arco, dove abbiamo svolto delle attività che ci hanno aperto gli occhi verso realtà a cui non pensiamo tutti i giorni.
Ci siamo trovate molto bene con le persone con cui abbiamo lavorato fianco a fianco, ci hanno accolte volentieri e subito abbiamo creato un rapporto di collaborazione e di amicizia.
All’inizio abbiamo contato e smistato i diversi alimenti provenienti dai negozi che si rendono disponibili a collaborare con il gruppo Caritas di Arco. Finito ciò abbiamo inscatolato i prodotti del magazzino, perché poi verrano portati nella nuova sede.
Ci è piaciuto molto riuscire a far parte attivamente della comunità sostenendo anche in maniera semplice ma essenziale le persone più bisognose. Siamo contente di aver iniziato questo progetto e soprattutto di avere la possibilità di continuarlo.
Concludiamo dicendo che è un’esperienza che consigliamo a tutti per avere una visione di altre realtà.
Federica e Maryam
Dopo questa prima piccola esperienza i ragazzi potranno decidere se continuare a fare i volontari anche nel secondo quadrimestre.
Gli studenti di 4ASC guide di tutta eccezione nella visita di Palazzo Betta Grillo.
Grazie a “Apprendisti Ciceroni”, proposta di FAI Scuola gli studenti della classe 4ASC della scuola, con la prof. Bruna Senter, dopo un lungo e impegnativo tirocinio, si sono proposti come guide, ciceroni appunto, del Palazzo Betta Grillo per altre classi del Liceo Rosmini, che hanno visitato il palazzo storico. L’esperienza è stata veramente entusiasmante. Gli studenti hanno evidenziato una preparazione accurata, molto apprezzata dai compagni e dai docenti delle altre classi.
Visita e riflessione alla Fondazione Opera Campana dei Caduti
Il giorno lunedì 4 ottobre 2021 la classe V CSA del liceo Antonio Rosmini di Rovereto ha avuto l’occasione di partecipare ad un’uscita didattica alla Campana dei Caduti.
Gli studenti, accompagnati dal prof. Alessandro Solito e dal dirigente scolastico prof. Paolo Pendenza hanno rappresentato il Liceo Rosmini e le scuole del Trentino durante il 96° anniversario del primo suono di Maria Dolens.
La giornata è iniziata con una breve visita guidata all’esposizione temporanea relativa al tema scelto per quest’anno, il Lavoro. La classe ha visionato sia le opere esterne che quelle interne al museo, tutte orbitanti attorno al concetto di Lavoro e sfruttamento del Lavoro.
Successivamente ha avuto inizio la presentazione del nuovo logo della Fondazione, seguito da una serie di approfondimenti mirati a spiegare l’importanza della Fondazione per Rovereto, per l’Italia e per l’intera Unione Europea.
Ulteriori interventi hanno riguardato l’evoluzione del nuovo logo della Campana, un’evoluzione non solo grafica ma anche di pensiero; invero, sono i significati intrinseci al logo che ne segnano l’importanza e che portano il significato della Fondazione.
Gli studenti hanno precedentemente letto ed analizzato le dodici pubblicazioni della testata mensile della Fondazione, denominata La voce di Maria Dolens, per poter preparare alcune domande di riflessione sugli articoli.
La viva discussione ha visto un momento di dibattito sul periodico, guidato dal giornalista Marcello Filotei che ha interpretato la cronaca e la storia attraverso i valori rappresentati dalla Campana ed un intervento dell’Ambasciatore Marco Marsilli che ha analizzato la situazione internazionale.
L’esperienza si è andata a concludere con l’occasione di ascoltare e osservare direttamente i 100 rintocchi della campana.
L’esperienza è sicuramente stata apprezzata dalla classe, che ha avuto modo di confrontarsi con realtà che sono spesso e purtroppo trascurate, portandola ad una riflessione profonda ma al contempo concreta dell’attualità.
Patrick Napoli e la V CSA
Il 12 novembre alla Sala della Filarmonica (in corso Romini) si svolgerà l’ultimo evento del progetto Psycachè.
Il dott. Antonio Piotti, psicoterapeuta, parlerà sul tema: “ Rinunciare alla vita in adolescenza”.
Questo progetto ha offerto alla città una serie di eventi per dare voce al tema dell’autolesionismo diffuso tra i ragazzi ed ai numerosi casi di rinuncia alla vita che hanno toccato il nostro territorio e le nostre scuole.
L ’Associazione Conventus ha voluto ospitare questo evento quale riconoscimento del valore educativo e sociale del progetto stesso.
Il Comune di Rovereto, per gli stessi motivi, ha deciso di inserire lo spettacolo “BUNKER” – a cui partecipano alcuni studenti della scuola – all’interno del programma della sua stagione teatrale.
Sarà quindi totalmente gestito dal Comune stesso secondo le regole degli altri spettacoli.
BUNKER Un’ombra su cui porre luce si terrà al Teatro Zandonai di Rovereto lunedì 29 novembre
Regia e drammaturgia Michele Comite con Martina Scrinzi, Anna Ucosich,
Alice Ucosich, Andrea Ucosich, Sergio Sartori, Alisia Aurora Calzà, Paolo
Ruscazio, Giuliano Tonolli, Maddalena Zucchelli, Andrej Beregoi, Soa
Girardelli coreografia Hillary Anghileri scenografie Anna Ucosich e Gigi
Giovanazzi Collettivo Clochar
link per prenotare qui https://www.primiallaprima.it/PrimiAllaPrima/it/event/bunker-unombra-su-cui-porre-luce-rovereto-teatro-zandonai/377963
Progetto Psychaché – Il dolore mentale è nato nell’autunno 2019 per sensibilizzare rispetto al tema dell’autolesionismo e della rinuncia alla vita da parte degli adolescenti in relazione ad un fenomeno che è sempre più presente nel nostro territorio. Il progetto si è evoluto con una serie di difficoltà dovute alla impegnatività del tema e alle restrizioni portate dalla pandemia. Lo spettacolo, guidato dal regista Michele Comite di Collettivo Clochart è una delle iniziative offerte alla città.
La “Sezione Letteraria” del Premio Giuseppe Mazzotti Juniores vede sul gradino più alto del podio Sofia Bonella, della classe 5^B/SC del Liceo Antonio Rosmini con “Quel giorno che salpai per l’Isola Altrove”, un racconto ricco di ironia e fantasia, dedicato alla ricerca e alla scoperta dell’altrove nella propria vita.
Presentazione dell’opera
I migliori viaggi si fanno in solitudine, raccolti in se stessi. Cosa succederebbe se la nostra parte più poetica e anche, perché no, più saccente, si scontrasse con il sarcasmo e la grettezza del nostro lato più pratico? Meglio ancora: che cosa accadrebbe se le due componenti del nostro animo intraprendessero un viaggio insieme?
Scoprirebbero probabilmente che Altrove è un luogo meraviglioso, ma che la sua bellezza è come uno specchio: tutto ciò di cui abbiamo bisogno si trova già dentro di noi.
Motivazione della Giuria
Il racconto, confezionato con scrittura ricca di ironia e fantasia, offre un curioso dialogo tra sogno e realtà. Il protagonista è l’uomo d’oggi che aspira a “vite più interessanti” e crede che il partire lo liberi dalla monotonia dell’esistenza. Sarà la “realtà” a guidarlo alla scoperta che “Altrove è un luogo meraviglioso”, ma brilla di una bellezza che nasce e s’intreccia con i luoghi della sua vita. L’intuizione che “La mappa è ben sepolta in me” stimola il lettore a chiudere gli occhi per scoprire il proprio regno.
Premio Giuseppe Mazzotti Juniores
Il Premio Juniores, istituito a partire dal 2007, si inserisce nell’ambito delle iniziative promosse dall’Associazione Premio Letterario Giuseppe Mazzotti ed è rivolto ai giovani della scuola secondaria di secondo grado di tutte le regioni d’Italia e delle Scuole di lingua italiana di Slovenia e Croazia.
L’intento è quello di far conoscere fra le giovani generazioni l’attualità e la portata del pensiero di Giuseppe Mazzotti, le sue opere e il suo impegno civile, ambientale e culturale; interessi e impegno che, a distanza di tempo, oggi trovano grande e piena sintonia con la sensibilità di molti giovani che riconoscono nella salvaguardia e nella tutela del patrimonio ambientale e culturale le condizioni indispensabili per costruire un futuro sostenibile.
Il Premio si propone alle scuole, ai docenti e agli studenti delle scuole secondarie superiori quale progetto educativo che intende offrire una opportunità di ricerca e di narrazione sul proprio territorio assumendo un ruolo attivo e propositivo attraverso la creazione di racconti letterari o multimediali su tematiche di grande attualità. Ci può essere speranza nel futuro se l’attenzione per il proprio territorio, le sue valenze e i suoi tesori, come insegna Mazzotti, diventa per tutti forma di comune impegno civile, una salvaguardia “dolce” ma preziosa per assicurare conoscenza, tutela e conservazione.
La partecipazione al concorso, inoltre, aprendo una vetrina sugli autori, le opere e i personaggi che partecipano al Premio, oltre alle varie iniziative collaterali promosse in collaborazione con Associazioni, Enti e Fondazioni, intende offrire agli studenti delle Scuole superiori ulteriori opportunità di approfondimento su temi che incontrano i loro stessi interessi, contribuendo al loro arricchimento culturale.
La Terra sta soffrendo il forte impatto dell’uomo: ogni anno il clima peggiora e ci stiamo dirigendo verso un punto di non ritorno. Dov’è il rispetto per la nostra casa?
Nel settore dell’agricoltura, negli ultimi anni, si sono iniziati a utilizzare piante e semi geneticamente modificati che non solo avvelenano il suolo, ma mettono anche a rischio la salute dei consumatori.
Di queste tematiche si è discusso nell’ambito del progetto Biodiversità in Perù propostoci dalla Prof.ssa Micheletti in collaborazione con Mandacarù e a cui abbiamo partecipato io e la mia classe, la 4CLN, assieme alla 4BLN e alla 4CSA. Questo percorso si è suddiviso in tre fasi.
In una prima fase abbiamo visto il cortometraggio Sembradoras de vida, premiato al Berlino Film Festival e ad IDFA di Amsterdam. Sembradoras de vida è un viaggio nella vita di cinque donne delle Ande che combattono per mantenere una forma tradizionale e biologica di lavorare la terra. Nella cultura andina il legame tra donna e terra è molto forte. Di conseguenza le protagoniste ogni giorno sono coinvolte in una dura lotta contro il cambio climatico.
Poco tempo dopo abbiamo avuto l’opportunità di discutere delle tematiche trattate nel cortometraggio con il regista Diego Sarmiento che, assieme a suo fratello, ha intrapreso un viaggio lungo mesi per registrare il documentario. In collegamento da Lima, Diego ci ha raccontato dell’ospitalità delle protagoniste, ma anche della loro timidezza di fronte alla telecamera. Ha inoltre ricordato a tutti che i consumatori possono fare la differenza quando si trovano al supermercato: è importante acquistare prodotti di qualità!
Infine, durante un ultimo collegamento via Meet, la dottoranda Livia Serrao ci ha presentato la sua esperienza in Perù che è stata poi oggetto di tesi. Come ci si può adattare alle conseguenze del cambio climatico, come ad esempio le esondazioni? Livia ha ideato un interessante sistema di irrigazioni che potrebbe aiutare a fronteggiare questa situazione.
Oltre ad acquisire nuove conoscenze sulla cultura peruviana e sulla lingua spagnola, questo percorso sulla biodiversità ci ha permesso di affacciarci su una realtà lontana dalla nostra, ma che si trova ad affrontare in modo più urgente la lotta contro il cambio climatico. Sicuramente dopo questo “viaggio”, siamo più consapevoli di ciò che sta accadendo, ma anche di ciò che possiamo fare noi!
Giulio Amore, 4 CLN
Video
Realizzare e montare dei video per l’associazione “Trentini nel mondo” è stato un lavoro che ha dato un grandissimo input. Abbiamo realizzato qualcosa di diverso per le persone che hanno nostalgia del Trentino, è stato, oltre che una sfida per noi e per lo sviluppo della lingua spagnola, anche un buon metodo per conoscere il perché dell’esistenza di questi monumenti che tante volte si conoscono solo per il nome e non per la loro storia.
Testo
E’ stato estremamente interessante ascoltare le testimonianze e le storie degli emigrati, questo lavoro ci ha permesso di mettere in gioco le nostre conoscenze, di riuscire a comprendere le nostre capacità. Il fatto di poter realizzare qualcosa di concreto per queste persone che provano nostalgia è meraviglioso, anche perchè quando emigravano avevano più o meno la nostra età quindi possiamo anche immedesimarci e capirli.
3CLN